da Virginia Mereu | Set 21, 2017 | Aiuto per la mamma, Articoli principali, Depressione post parto, Dopo il parto, Esperienze di mamme, Il Libro delle Mamme, Puericultrice, Puerpera, Puerperio
Nessuno ti prepara quando diventi mamma o quantomeno nessuno ti prepara abbastanza alla profondità di emozioni che ti travolge e a tutto quello che il bimbo si aspetta da te, si lui si aspetta che tu sia preparata un po’ a tutto perché lui è talmente indifeso e inerme che conta su di te e quindi tu presa alla sprovvista su chi puoi contare?
Virginia è stata una persona che in punta di piedi mi ha regalato quel sollievo e quelle certezze che mi hanno risollevato in un momento in cui tutti parlavano ma nessuno con cognizione e competenza, e non dimenticherò mai quella spremuta d’arancia che mi preparò, quasi un elisir di pace e serenità, proprio per dire, non ti preoccupare qui ci sono io che penso a te, grazie ancora di tutto !
Nora
da Virginia Mereu | Ott 19, 2016 | Aiuto per la mamma, Allattamento, Articoli principali, Crescita neonati, Dopo il parto, Doula, Esperienze di mamme, Il Libro delle Mamme, Neonato, Puericultrice, Puerpera, Puerperio
La nostra casa è piccolina e molto luminosa . Nei giorni in cui sono tornata a casa con la Bimba tutto mi sembrava completamente Nuovo. Virginia era discreta e al contempo sicura e competente. Sembrava essere sempre stata con Noi nella nostra casetta e sapeva darmi fiducia. Mi ha sussurrato i consigli migliori per allattare la mia Piccola e coccolato con torte e dolcetti insegnandomi a prendermi cura di me per prendermi cura di lei. Grazie Virgi, è passato un anno meraviglioso da quei giorni e ti ricordiamo sempre con affetto!
da Virginia Mereu | Feb 3, 2013 | Coliche neonati, Crescita neonati, Dopo il parto, Doula, Gemelli, Il Libro delle Mamme, Puericultrice, Puerpera, Puerperio, Sonno neonato
Cara Virginia,
Finalmente riesco a scriverti.
Sono molto felice di averti incontrato in quanto, oltre “a salvarmi la vita” dal rientro a casa dopo il parto, mi hai insegnato ad ascoltare e rispettare le mie bimbe.
Ci hai insegnato ad agire in funzione delle loro esigenze e non in funzione di ciò che è più comodo per noi. Ricordo quando, esasperati dalle notti insonni causa continue pappe, volevamo applicare il noto metodo della camomilla……..ricordo la tua faccia…..ci hai risposto con gli occhi.
Avevi ragione anche quella volta, e di li a poco da sole hanno iniziato a saltare le poppate notturne. Insomma tutto ciò che ci hai sempre detto si e’ sempre avverato.
Grazie perché sapevo interpretare il linguaggio dei miei cani ma non delle mie bimbe e adesso ho molta fiducia in loro, nella naturale evoluzione della loro vita attraverso il loro rispetto e l’ascolto dei loro tempi.
Non ti nego che sono molto stanca e che questa nuova fase “dentini” che le rende irrequiete e insonni, la notte ci sta mettendo a dura prova (ci sentiremo per qualche consiglio) ma sono certa che questa sia la strada giusta e che le aiuterà anche quando saranno più grandi, avere fiducia in se stesse ti da una forza e delle capacità straordinarie e io spero questo per loro.
baci e spero di vederti presto,
Alessandra e Antonio
Bianca e Giulia
da Virginia Mereu | Feb 3, 2013 | Allattamento, Allattare, Coliche neonati, Crescita neonati, Latte materno, Puericultrice, Puerpera, Puerperio, Reflusso neonati, Sonno neonato
“Il reflusso gastroesofageo nei neonati:
cosa bisogna sapere?
Spesso mi capita di parlare con genitori convinti che il proprio figlio presenti una malattia da reflusso gastroesofageo.
Di fronte a quello che sembra essere un “fenomeno emergente” sono tante le soluzioni che i genitori mi raccontano di adottare: dall’uso di farmaci, alla sospensione dell’allattamento al seno o un precoce divezzamento.
L’esperienza che ho potuto maturare negli anni di lavoro a contatto con madri e lattanti mi ha fatto vedere come assai spesso lo preoccupazione di genitori di fronte a un neonato che vomita spesso talvolta in grandi quantità, che piange quando si alimenta, si sposi con la veloce diagnosi di “reflusso gastroesofageo” e con la successiva prescrizione di sciroppi non del tutto innocui.
Vediamo dunque come si manifesta e si definisce il reflusso gastroesofageo.
Il reflusso gastro-esofageo è la risalita nell’esofago del materiale acido proveniente dallo stomaco e si manifesta con rigurgiti frequenti di saliva, latte e muco dalla bocca.
A livello meccanico è dovuto al fatto che la valvola che separa l’esofago dallo stomaco non ha ancora un completo funzionamento (fatto fisiologico nei neonati).
Il neonato rigurgita quando ha succhiato il latte, è irrequieto, piange.
Distinguiamo quindi:
– il reflusso gastro-esofageo (RGE), definito come il passaggio del contenuto gastrico nell’esofago, con evidenza di vomito ricorrente o rigurgiti.
– la malattia da reflusso gastro-esofageo (MRGE), definita come sintomatologia e complicazioni da reflusso, con diversi tipi di manifestazioni cliniche associate a vomito ricorrente, quali esofagite (infiammazione dell’esofago), apnea, broncospasmo, perdita di peso. In particolare la perdita di peso è il fattore discriminante tra reflusso e malattia da reflusso.
Come comportarsi sulla prima condizione che è anche la più diffusa.?
secondo linee guide internazionali di fronte ad un bambino che vomita spesso, senza perdita di peso, ecco cosa non bisogna fare.
Non c’è alcun motivo di prescrivere un esame ecografico, si rischia così infatti di incorrere in molti falsi positivi in quanto la maggior parte dei neonati nei primi mesi hanno la valvola dell’esofago non del tutto formata (non per questo però vomitano).
C’è quindi da capire perché alcuni vomitano e altri no.
Non ci sono farmaci da somministrare.
Non c’è assolutamente da sospendere l’allattamento al seno.
C’è piuttosto da confortare la madre che presto passerà.
Bisogna dire alla mamma “Signora suo figlio rigurgita”, invece di dire “Signora suo figlio ha il reflusso gastroesofageo” , che sembra come una condanna ad una malattia.
E’ più difficile capire perché certi neonati vomitano spesso e in gran quantità, spesso questi bambini oltre a vomitare presentano una forte irrequietezza, non dormono bene e spesso piangono.
Intanto sappiamo che l’acidità dello stomaco aumenta quando aumenta lo stress, e lo stress del neonato è associato a quello della madre, oppure al dover attendere troppo a lungo prima di essere allattato.
I neonati parlano attraverso il corpo e in particolare il periodo neonatale è quello più sensibile a questo tipo di linguaggio. Se c’è tensione, se la madre è stanca, nervosa, non sufficientemente sostenuta, il bambino ne risente immediatamente con coliche, irrequietezza e pianto.
Quest’ultimo, il pianto, in particolare esprime tutto il malessere presente, ma anche passato. Attraverso il pianto il bambino può esprimere (“elaborare” quasi direi) traumi emotivi che riguardano la gravidanza o la nascita.
È importante che la madre sia ben disposta ad accogliere il pianto del bambino ovviamente non lasciando piangere il bambino da solo né pensando che il pianto sia normale piuttosto tenendo dolcemente il figlio tra le braccia.
Credo che ogni madre faccia, o almeno voglia fare sempre il meglio per il proprio figlio, ma nella nostra società capita spesso che le madri siano sole o non adeguatamente sostenute.
Spesso il reflusso si presenta in un bambino che ha avuto un parto traumatico, in questi casi può essere efficace qualche seduta da un buon osteopata neonatale.
In realtà il reflusso è inesistente nelle società tradizionali dove le madri stanno a stretto contatto corporeo col bambino e lo allattano con frequenza!
Il reflusso potrebbe spesso essere associato ad un modo errato di allattare.
L’accudimento del bambino richiede la nostra totale dedizione soprattutto i primi tempi, ecco perché ad esempio l’uso della fascia porta bebè permette anche alle madri “indaffarate” di oggi di stare col proprio figlio mentre fanno anche qualche piccola mansione di casa.
Può essere utile sostenere lo stato emotivo della madre, far sì che possa dedicarsi pienamente al figlio, senza distrazione alcuna per almeno i primi tre mesi (parenti e amici invece che cullare il neonato dovrebbero lasciarlo con la madre e occuparsi loro delle faccende domestiche!)
Tenere il neonato a stretto contatto corporeo per la quasi totalità del tempo almeno i primi tre mesi.
Prediligere la posizione verticale del bambino tipica dei bambini portati in braccio, piuttosto che quella sdraiata nella culla.”
Questi sono solo alcuni brevi consigli per le mamme, forniti dalla Dott.ssa Maria Luisa Roberti – Pediatra di famiglia a Roma