Quando ho chiamato Virginia (trovata su internet dal mio compagno) cercavo e speravo di trovare (sperando che esistesse) la traduttrice simultanea di mia figlia che mi insegnasse come interpretare i suoi pianti, i suoi movimenti, le sue espressioni.
E nei commenti che leggevo nel suo blog dove scrivo ora, cercavo conferme del fatto che stavo per chiamare la persona giusta.
Quasi tutti i commenti però non parlavano di questa qualità magica (esistente?????) ma citavano la parola FIDUCIA.
Sapevo di sentirmi inadeguata come madre.
Un ruolo protagonista che ancora (mia figlia adesso ha 5 settimane) ha bisogno di maggiore definizione ma che senz’altro Virginia mi ha aiutato a riconoscere.
Virginia non mi ha tradotto mia figlia ma mi ha aiutato a sintonizzarmi con la mia innata capacità, in quanto madre, di entrare in rapporto a lei e questa nuova situazione.
Mi ha aiutato, e spero continui a farlo, a legittimarmi nel ruolo di madre e nelle mille e controverse e contraddittorie emozioni che questo ruolo e questo legame, generano.
Mi ha, con forza e costanza, smorzato e levigato le mie tendenze drammatiche che tenderebbero a vedere tutto con apprensione.
Mi ha vietato di colpevolizzarmi per i mille motivi per cui mi sarei colpevolizzata e soprattutto è stata, ed è, disponibile concretamente con consigli, scambi e consulenze.
Insomma a me e alla famiglia che sto creando, è servita molto.
Ha però un difetto.
Vorresti rapirla e portartela fissa dentro casa!
Aglaia e la piccola Vera.