Nel corso della mia esperienza ho conosciuto molte mamme e molti neonati a cui vorrei rivolgermi.
Molte mi hanno contattato durante la gravidanza ed allora ho ascoltato i loro propositi: “ vorrei effettivamente rispettare i tempi del mio piccolo ”, o “vorrei dare un’impostazione al mio bambino, per non diventarne schiava”, o ancora “ credo che l’allattamento al seno a richiesta sia una cosa fantastica”, o al contrario, “non posso concepire che si possa spendere tanto tempo dietro un allattamento al seno, penso che darò da subito il latte artificiale”.
Io sono solita ascoltare, senza prendere posizioni, è la futura mamma che deve fare ciò che sente, nessun altro può intervenire in proposito senza provocare danni.
Naturalmente sono per un allattamento al seno e lo sostengo molto e devo dire che quasi tutte le mamme che affianco lo sostengono, ma ci sono anche delle eccezioni che vanno rispettate.
C’è anche da aggiungere un’altra cosa, ultimamente ho sostenuto diversi bimbi nati prematuri, alla 34° o 35° settimana, molti gemelli, di conseguenza con un basso peso e con giorni e a volte settimane di degenza.
La conseguenza di tutto ciò è che, la mamma, dopo una breve permanenza in ospedale esce senza il suo piccolo, con una sofferenza ed un ansia importanti, o in casi estremi portarne a casa uno solo poiché l’altro non ce l’ha fatta.
In ogni situazione c’è un atteggiamento diverso, un sostegno direi personalizzato, c’è il sostegno pratico da effettuare, ma anche l’aspetto emotivo da non sottovalutare.
Io stessa mi sono trovata davanti ad una scelta da fare: aiutare la mamma ad allattare al seno per farli stare il più possibile accanto e recuperare l’aspetto emotivo, rischiando però di far stancare molto il bimbo e non fargli prendere la giusta quantità di latte, o invece darglielo con il biberon per cercare di farglielo prendere tutto e aiutarlo nella crescita?
Poiché se con un neonato di gr 3.000, gr 3.500, possiamo aspettare se il latte tarda a scendere e possiamo dare tempo al tempo, con un esserino nato di 1.800 grammi, sceso a 1.600, portato fuori dall’ospedale con fatica a 1.900 gr, io non mi sento di suggerire ad una mamma, stressata e stremata, di togliersi il latte con il tiralatte e darlo al bimbo o ai suoi due bimbi, il tutto ogni due ore e mezzo.
Ogni cosa va calibrata a seconda delle situazioni, non dimenticando mai il bene di entrambi.
A volte tutto procede secondo i sogni, come previsto, altre invece i sogni vengono infranti da un parto prematuro ed allora la cosa migliore è affrontare le emergenze vivendo giorno per giorno le situazioni.
sono pienamente favorevole alla valutazione caso per caso…sono mamma anch’io da 19 mesi e ho fatto una fatica enorme i primi mesi a seguire “ciò che mi si consigliava di fare per il bene della mia piccola”…e questo mi ha creato…anzi..ci ha creato tanto nervosismo…ogni esperienza è diversa dalle altre e in un periodo in cui le uniche cose di cui si ha bisogno sono comprensione e sostegno, gli interventi troppo direttivi rischiano di lasciare il segno di una violenza…
Grazie per la sua risposta, è un’ulteriore conferma al fatto che le mamme vanno accolte e non giudicate o “consigliate” a tutti i costi
Cara Virginia,….dopo tanti anni mi fa piacere vedere che il tuo lavoro procede bene