Mi chiamo Virginia Mereu, anche detta “Virgy Poppins”, mi sono diplomata come Assistente di Comunità Infantile Montessori nel 1976 ed è dal mio diploma che lavoro, prima nell’ambito dell’asilo nido, e successivamente, nell’ affiancamento al travaglio, o nel dopo parto, al rientro a casa della puerpera e del neonato, con assistenza domiciliare.
Perché? La maggior parte delle volte vengo chiamata al telefono da mamme o papà che a breve dovranno avere il loro piccolo neonato, o alle volte quando il neonato è già arrivato in casa e la mamma è provata, con un carico di stanchezza inaspettato e sente il bisogno di riequilibrare le forze.
Allora arrivo alle volte con il mio ombrello, pure, se magari è una giornata uggiosa, così l’appellativo “Virgy Poppins” calza a pennello, mi hanno suggerito.
A parte gli scherzi però, la prima cosa che faccio per prendere contatto con la futura mamma, o neo mamma, per aprire un dialogo tra me e lei, chiedo di raccontare la sua gravidanza, la sua gestazione, non solamente quella legata alle settimane gestazionali, ma mi piace ascoltare ciò che la mamma ha vissuto, sentito del suo bimbo, o dei suoi bimbi, visto che negli ultimi tempi ho affiancato tante mamme con gravidanze gemellari.
Tutto ciò mi da modo di conoscerla meglio ed esserle di aiuto nella modalità che lei vorrebbe.
Quando ho iniziato la mia professione di educatrice perinatale, o aiuto madre, puericultrice o doula, o qualsivoglia definire la mia professione, le richieste che mi venivano erano solo di persone molto facoltose, che per lo più non avevano mai cambiato un pannolino e non sapevano nulla delle esigenze di un neonato, e sentivano il desiderio di colmare questa lacuna, per il loro bene e per il bene del loro piccolo.
Ora le cose sono molto cambiate, le future mamme, o le neo mamme o super mamme avvertono sempre di più l’esigenza di un aiuto esperto esterno alla famiglia a cui si possono affidare loro ed i loro bimbi, anche in tempi come questi di crisi economica.
Le mamme mettono nel budget anche la spesa per un affiancamento alla nascita poiché comprendono che investire su se stesse è molto importante.
A volte bastano pochi incontri, una settimana, per far si che la neo mamma si riprenda dal parto e sia più serena con il suo piccolo neonato.
Quando si tratta di parti gemellari l’aiuto iniziale diventa fondamentale poiché c’è un’alta percentuale di parti cesarei e la ripresa della puerpera è più lenta .
Inoltre è importante che i due gemelli vengano in qualche modo sincronizzati, per permettere alla super mamma soprattutto di notte di gestire al meglio i bimbi e poter riposare un pochino serenamente.
Ma cosa faccio io durante un affiancamento?
Quando la futura mamma mi chiama fissiamo un appuntamento per conoscerci.
In quella occasione la mamma mi racconta la sua gravidanza alle volte ci tiene a specificare anche quando ha sentito che era arrivato il momento di pensare ad un bambino.
Si parla del piccolo, della data presunta del parto, se sarà un cesareo allora la mamma mi specifica se ha bisogno di un aiuto anche in ospedale o solo al rientro a casa.
Parliamo degli acquisti, della culla, del lettino, molte volte mi chiede se farlo dormire i primi tempi nella carrozzina può essere una buona cosa.
Insieme cerchiamo di mettere ordine tra le cose importanti, quelle superflue e quelle dannose.
Cerco di comprendere cosa pensa di fare con l’allattamento , se vorrà farlo o se ha pensato ad un allattamento artificiale.
Le domande ricorrenti sono: quali sono le cose indispensabili quando rientreremo a casa? Anche se penso di fare un allattamento al seno ho bisogno di un tiralatte? E lo sterilizzatore ci occorre? I biberon quanti e quali sono i migliori? Io in genere preferisco non anticipare i tempi, ma dare alla mamma la possibilità di considerare le opportunità man mano che vengono e di decidere quando sarà necessario quale strada prendere.
La cosa a cui tengo molto è ribadire il rispetto del neonato ed il fatto che anche se pesa solo 2.100 gr è un individuo e come tale dobbiamo e possiamo aiutarlo a vivere serenamente il suo primo periodo di adattamento alla vita.
Molti ancora pensano che sia il neonato che si debba adattare alle nostre esigenze, ma io sono dell’avviso che siamo noi che possiamo introdurlo a questa nuova vita con dolcezza, per dargli sicurezza e fiducia.
Specifico alla mamma quali sono i miei compiti, a volte molto pratici, a volte meno.
Aiutare nel cambio del piccolo, insegnare alla mamma cosa fare con il moncone ombelicale, sembrano ma in realtà non sono cose semplici da gestire per una mamma inesperta.
Poi c’è l’allattamento, la parte più delicata, a richiesta, oppure ad orario, come dicevo prima il rispetto del neonato è molto importante, ma anche qui la flessibilità è d’obbligo.
Non si può applicare a tutti le stesse norme, poiché se ci troviamo davanti un bimbo nato prematuro, sotto peso, come nel caso gemelli , o anche di un neonato immaturo, le sfumature sono molte ed importanti e bisogna essere pronte ed aperte a più soluzioni.
L’altro aspetto è il sonno, cosa possiamo fare per aiutare il neonato ad avviarsi al sonno senza problemi.
A questo proposito ci sono tanti pareri, a volte unanimi, a volte discordanti, il mio è senza dubbio quello di assecondare i bisogni del piccolo.
Non di rado, ultimamente, ho avuto anche a che fare non soltanto con rigurgiti, pannolini e ruttini, ma anche con i fornelli, poiché il neo papà era completamente out e la mamma aveva bisogno di mangiare, e quell’aspetto non poteva essere sottovalutato.
E’ vero anche che, un piatto di pasta mangiato insieme, ha fatto si che il team mamma, papà e “Virgy Poppins” si comprendesse a meraviglia, attorno al neonato o neonati, e che la sola conoscenza si trasformasse in un’amicizia sincera e salda.
Insomma in un affiancamento non c’è mai un solo aspetto , ma il pratico, si fonde con l’emotivo, per tornare poi su altri aspetti pratici.
Il risultato è sempre lo stesso, una mamma sicura, un neonato sereno, una coppia più sorridente ed una puericultrice molto gratificata dal lavoro svolto.
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