IL RACCONTO DI UN’ ESPERIENZA
Tra le tante storie di nascite delle quali sono stata testimone, ho scelto di raccontarvi quella che ho vissuto insieme ad una mia cara amica e vicina di casa, Letizia.
Abbiamo trascorso insieme, tra gioie e paure, le nostre gravidanze (io ero tre mesi e mezzo avanti a lei) e quando è stato il suo momento, mi ha voluto accanto.
Ecco la cronaca di quel giorno memorabile!
8.30 : Letizia mi chiama, dice che durante la notte ha avuto delle perdite chiare miste a sangue. La raggiungo: capisco che si è rotto il “tappo” di muco che chiude l’utero. Lei si sente tranquilla e non ha contrazioni. Con il passare del tempo le perdite aumentano: alle 10 finiamo insieme di preparare la sua valigia e alle 11 siamo in clinica insieme a suo marito.
12.00 : Letizia è stata visitata da un’ostetrica, prima ancora che arrivi il suo ginecologo cominciano le contrazioni. Camminiamo per la stanza, ad ogni contrazione si ferma e respira. Di tanto in tanto le massaggio la schiena. Il marito preferisce restare fuori, perchè ha paura di vederla soffrire: ci scherziamo un po’ su. Poi il ginecologo la visita: siamo già a 4 cm di dilatazione! Letizia è spaventata, ma la tranquillizza il fatto che io sia lì. Le infermiere la preparano: depilazione, disinfezione, poi le chiedono se ha bisogno di andare in bagno.
13.30: Le contrazioni sono piu’ forti e più ravvicinate. Letizia decide di sdraiarsi un po’ sul letto, cominciamo il rilassamento, mettiamo in pratica gli esercizi di respirazione che avevamo imparato insieme. Siamo a 7 cm di dilatazione e l’ostetrica le fa i complimenti per come si sta comportando!
Continuo a massaggiarla, le ricordo di lasciare arrivare le contrazioni senza irrigidirsi, respirando come ha appreso a fare. Ma il dolore è forte e Letizia si lamenta un po’: mi stringe la mano e non vuole più che mi allontani, neanche per uscire a parlare con suo marito, e fargli sapere come va. Le resto accanto ogni secondo, le suggerisco tempi e modi della respirazione, le parlo dolcemente cercando, quando è opportuno, di proporle immagini da visualizzare che la aiutino a rilassarsi: “Immagina di essere uno splendido fiore, guarda i tuoi petali di mille colori! Sentili che sbocciano, si aprono per portare alla luce il tuo piccolo!”
14.30: Ora le contrazioni sono davvero molto intense e ravvicinate. Il ginecologo la visita, il monitoraggio mostra che il piccolo sta bene.
15.30: La dilatazione è completa, andiamo in sala parto. Letizia mi dice che ha paura di non farcela, si sente esausta, non ne può più! la conforto, e cerco di rassicurarla quando sembra che il parto stia rallentando. Ci sembra di capire che il ginecologo potrebbe proporci una soluzione diversa, ci guardiamo, c’e’ un istante di incertezza, di paura. Ma 10 minuti dopo il piccolo nasce: con l’aiuto dell’ostetrica, che spinge sulla pancia di Letizia. E` nato!
L’ostetrica gli aspira il muco dal naso e dalla bocca, lo avvolge in un lenzuolo e me lo porge: Lorenzo mi guarda, i grandi occhi neri spalancati Mi avvicino a Letizia, ma lei non si sente ancora di prenderlo in braccio. Stremata e un po’ delusa, mi dice: “Ma è bruttino!” Allora lo stringo a me, lo coccolo un poco fino a quando l’infermiera non lo mette al caldo sotto la lampada.
Torno da Letizia, la abbraccio. Finalmente esplodiamo in un pianto liberatorio, un pianto di emozione e felicità. Letizia dice che senza di me non ce l’avrebbe fatta: non è vero, ma mi fa piacere. Le resto accanto durante il secondamento e mentre finiscono di darle i punti, poi riesco a lasciarla per pochi istanti e vado dal papa` per raccontargli tutto!
Quando Letizia si è un po’ ripresa può tornare in camera. Le portano il piccolo, e li lascio tutti e tre mentre stanno insieme per la prima volta. Torno dalla mia piccina di tre mesi e mezzo : per lei, è nato un grande amico.