Aglaia e la piccola Vera.

Quando ho chiamato Virginia (trovata su internet dal mio compagno) cercavo e speravo di trovare (sperando che esistesse) la traduttrice simultanea di mia figlia che mi insegnasse come interpretare i suoi pianti, i suoi movimenti, le sue espressioni.

E nei commenti che leggevo nel suo blog dove scrivo ora, cercavo conferme del fatto che stavo per chiamare la persona giusta.

Quasi tutti i commenti però non parlavano di questa qualità magica (esistente?????) ma citavano la parola FIDUCIA.

Sapevo di sentirmi inadeguata come madre.

Un ruolo protagonista che ancora (mia figlia adesso ha 5 settimane) ha bisogno di maggiore definizione ma che senz’altro Virginia mi ha aiutato a riconoscere.

Virginia non mi ha tradotto mia figlia ma mi ha aiutato a sintonizzarmi con la mia innata capacità, in quanto madre, di entrare in rapporto a lei e questa nuova situazione.

Mi ha aiutato, e spero continui a farlo, a legittimarmi nel ruolo di madre e nelle mille e controverse e contraddittorie emozioni che questo ruolo e questo legame, generano.

Mi ha, con forza e costanza, smorzato e levigato le mie tendenze drammatiche che tenderebbero a vedere tutto con apprensione.

Mi ha vietato di colpevolizzarmi per i mille motivi per cui mi sarei colpevolizzata e soprattutto è stata, ed è, disponibile concretamente con consigli, scambi e consulenze.

Insomma a me e alla famiglia che sto creando, è servita molto.

Ha però un difetto.

Vorresti rapirla e portartela fissa dentro casa!

Aglaia e la piccola Vera.

Pianto del neonato: quali sono le ragioni?

Pianto del neonato: quali sono le ragioni?

Il pianto del neonato

Il pianto del neonato è una delle ragioni di forte ansia da parte della mamma, perché mette in crisi tutte le certezze e mette in atto, da parte di tutte le persone circostanti, dei consigli, modi di fare, azioni, atti a farlo smettere.

Pianto del neonato

Pianto del neonato

Il pianto però è l’unico mezzo che il neonato conosce per esprimere un disagio, un bisogno, un dolore, una necessità, insomma è una richiesta di aiuto ed è per cui importante che la mamma, il papà e chi ruota intorno a lui, si metta in ascolto per comprendere questa richiesta.

Vediamo insieme quali possono essere le cause.

Il pianto del neonato causato dalla fame

La prima è senza ombra di dubbio la fame, il neonato in questo può passare dal sonno, in pochi istanti, al pianto disperato, e non appena viene messo al seno, nel caso di un allattamento materno, o al biberon per quello in formula, il suo pianto cessa e se siamo fortunate a fine poppata si addormenta nuovamente fino a quella successiva.

Altro aspetto sono le quantità di latte, premesso che ogni bimbo ha le sue caratteristiche, date dalle settimane di gestazione della gravidanza: possiamo avere un bimbo prematuro, un neonato di due chilogrammi e trecento nato a termine , o un bimbo di quattro chilogrammi, non possiamo metterli sullo stesso piano, poiché le loro esigenze sono di gran lunga diverse.

Comunque sia dobbiamo essere certi che la quantità di latte che sta assumendo sia quella corrispondente alle sue esigenze.

Quando abbiamo un neonato allattato con latte in formula, il biberon ci fornisce immediatamente la risposta, ha preso 60 ml o 120 ml , quando c’è un allattamento a richiesta però dobbiamo essere più attente.

Per prima cosa il bimbo all’ inizio starà al seno dai trenta ai quarantacinque minuti, perché deve ancora imparare ed ancora perché può addormentarsi spesso. Dopo però, quando il piccolo si staccherà dovrà passare almeno un’ora e tre quarti minimo per la poppata successiva, altrimenti se i tempi sono più stretti, chiediamoci perché.

Un’ altra possibilità di pianto può essere il fastidio di sentirsi sporco, con la popo’ al sederino, od ancora di sentire troppo caldo, o al contrario avere freddo, poiché i neonati hanno un maggiore bisogno di calore, specie se sotto peso.

Altro aspetto molto spesso sottovalutato è la digestione, spesso i neonati, ma anche i lattanti, cioè i bimbi dopo i quaranta giorni, in entrambe i casi di allattamento, con una esigenza maggiore per quelli allattati con latti in formula, hanno bisogno di fare dei ruttini, questo può accadere anche dopo un’ora dalla poppata, cioè il piccolo aveva mangiato e dopo un po’ si era addormentato, ma si risveglia piangendo, in quel caso, prima di pensare a chissà quale problema, possiamo prenderlo in braccio, dare qualche colpetto dietro la schiena, cercando di rassicurarlo che va tutto bene e che siamo li per lui ed aspettare che questo ruttino esca.

Pianto Neonato

Pianto Neonato

Il pianto del neonato causato dalla stanchezza

Altro aspetto del pianto inconsolabile del bimbo può molto spesso essere la stanchezza che non gli permette di lasciarsi andare al sonno.

Quante volte a noi adulti capita di essere troppo stanchi, o ancora pieni di emozioni e stimoli e pur avendo molto sonno non riusciamo ad abbandonarci. Ecco la stessa cosa accade ai neonati od ai lattanti, presi in braccio da più persone, vezzeggiati, o sottoposti a stimoli forti e per tanto tempo, oppure sottoposti a rumori, colori ecc.. Questo problema accade più frequentemente di quanto pensiamo.

Un neonato, un lattante di tre, quattro mesi, hanno bisogno di andare a dormire o quanto meno essere messi nella loro culla per potersi rilassare ed entrare nel sonno serenamente.

L’errore è proprio nei tempi, e quando si aspetta che lui ci dia cenni di stanchezza è per lo più troppo tardi, specie per alcuni bimbi, quelli più ”vispi”.

Andando avanti, parlando sempre di pianto del neonato, una importanza rilevante ha quello dovuto alle coliche gassose, i bimbi ritraggono le gambine e se mettiamo la mano sul pancino sentiamo dei rumori, dei movimenti. Cosa fare in questi casi ? Mai perdere la speranza, ce la possiamo fare e, soprattutto, diciamolo al nostro piccolino, tenendolo in braccio, cercando, se ce lo fa fare, un massaggino al pancino in senso orario, per aiutarlo a fare ”puzzette”.

Mettiamolo a pancia in sotto poggiandolo sul nostro braccio, ma soprattutto diamogli conforto tenendolo stretto a noi.

Molto spesso in questi casi i pediatri consigliano fermenti lattici con probiotici e devo dire che molti bimbi provano giovamento, se dati con costanza.

La cosa migliore però in quei momenti è non essere sole, ma avere qualcuno che con noi condivida il momento critico, il papà, una puericultrice, che attraverso la sua professionalità sappia sostenere mamma e neonato, o una persona amica, una zia non invadente.

Spesso il pianto del neonato avviene alla sera e, a volte, se non lo si capisce subito, si protrae fino a notte alta, momento in cui, stremato e sfiancato, crolla nel sonno per poi svegliarsi nuovamente a ridosso della poppata successiva.

Quando tutto ciò accade, non è per vizio, come spesso viene detto, ma perché il piccolo ha bisogno di far uscire tutta la stanchezza, lo stress accumulato durante la giornata.

La cosa migliore in quei casi è mantenere la calma, contenerlo attraverso l’abbraccio, rassicurandolo che siete lì per lui o lei, insomma più che arginare e spegnere questo pianto , accoglierlo e consolarlo.

Alle volte è davvero dura, non ci sono dubbi, poiché, se è vero che una mamma deve imparare a comprendere il linguaggio del suo bimbo, è altrettanto vero che il neonato ha bisogno di ambientarsi ed adattarsi, come e molto più di noi, ma con una buona dose di pazienza ed amore senza dubbio avremo dei risultati incredibili e quelli che nei primi giorni erano pianti inconsolabili diverranno presto momenti di gioia incredibile.

Ciuccio si, ciuccio no!

Ciuccio si, ciuccio no!

La maggior parte delle neomamme, quando facciamo il primo incontro di conoscenza  per stabilire se posso affiancarle al rientro a casa dopo il parto, mi fanno tante domande:

–          Cosa ne pensa del ciuccio?

–          Il bambino vorrei che fosse fin da subito nella sua stanza è giusto?

–          Faccio bene a credere che se non lo prendo in braccio lui si abitua a stare da solo?

–          Come posso fare per far si che si addormenti senza il mio contatto?

–          Cosa pensa dell’allattamento a richiesta, ad orario?

Queste sono domande che più frequentemente mi rivolgono le mamme.

(altro…)

Il libretto delle istruzioni neonato

Il libretto delle istruzioni neonato

Il libretto delle Istruzioni neonato.

Recentemente una mamma mi ha detto: “sono tornata a casa con il mio bimbo, ma non mi hanno rilasciato il libretto delle istruzioni!!”

Questa frase, se vogliamo simpatica, ci da la dimensione del fatto che, nonostante tutti i corsi fatti durante la gravidanza, ci si può sentire perse.

Oppure un’altra mamma: “ ho fatto un corso sull’allattamento, perché mi piaceva essere di aiuto a me ed ad altre mamme, credevo di sapere tutto, poi è nato il mio piccolo e mi sono resa conto che la pratica è un’altra cosa e le mie certezze si sono andate a far benedire, perché?”

O ancora una mamma medico che mi ha fatto osservare: “Io sono la mamma dei miei bimbi, non il loro medico, sono così dentro che non riesco ad avere la lucidità su cose ovvie per me”.

Una donna, quando diviene mamma, attraversa un periodo di grande sconvolgimento emotivo ed ha la necessità di essere supportata, compresa, ascoltata, accolta nelle sue fragilità.

Mi capita spesso di fare da interprete del libretto delle istruzioni alle neo mamme, ma sempre guidata dal mio cuore, oltre che dalla mia esperienza.

In effetti, aiutare a scoprire, senza ansia o paura, l’ingranaggio del meccanismo più bello del mondo, che la vita le ha regalato: il proprio bambino, è per me una grande gioia ed inestimabile fortuna oltre che una grande opportunità, e sono davvero grata alla mia professione.

Sono esagerata se penso di fare la professione più bella del mondo? Ma è davvero un lavoro? Una professione? Forse non lo comprenderò mai, a me non lo sembra!

Iris Paciotti – Voglia di raccontare

Iris Paciotti – Voglia di raccontare

Voglia di raccontare

Un ringraziamento particolare devo farlo alla Dott.ssa Iris Paciotti che nel suo sito, di recente pubblicazione, ha scritto qualcosa su me e sulla professione di doula, che riporto in versione integrale.

Per chi volesse visitare il sito questo è il link: http://www.vogliadiraccontare.it

Fino a poco tempo fa, pur essendo pediatra da oltre cinquant’anni, non conoscevo e non avevo mai sentito pronunciare la parola  doula e men che mai quale ne fosse il significato.

E’ stato l’incontro con Virginia Mereu che ha chiarito la mia ignoranza in merito e che mi ha fatto scoprire questa figura così preziosa. Infatti, dietro questa parola si apre un mondo ricco di valori e di significati profondamente umani e tradizionali.
La doula è una donna già madre che si prende cura di tutto ciò che riguarda, dal punto di vista pratico ma soprattutto umano, il periodo perinatale che comprende quindi la gravidanza, la nascita, l’allattamento e tutto quanto c’è da amministrare riguardo al neonato e a coloro che gli sono intorno.
Quando nasce un bambino, c’è un gran movimento intorno a lui, un gran da fare non sempre sereno e armonioso. Tutti hanno da dire o da suggerire qualcosa. Ecco, la  doula è la figura umana e professionalmente  preparata che può fornire un validissimo aiuto sdrammatizzando un evento che dovrebbe essere vissuto nel modo più sereno e armonico possibile.
La doula mette a disposizione la sua conoscenza ed esperienza per assistere  dolcemente e saggiamente uno degli eventi più belli ma anche più impegnativi e complessi della vita familiare: l’arrivo di una nuova vita.

Neonato

Neonato

Considero veramente preziosa questa figura femminile che, con amore e professionalità, si muove con discrezione, che non invade, ma che fornisce con delicatezza consigli e indizi per un cammino  privo di ansia per la madre e per i suoi familiari. Questo cammino deve essere tranquillo, sereno, fiducioso riguardo alle forze della natura, ricco di armonia, di gioia, di tenerezza ma soprattutto privo di quell’ansia che fa da ostacolo al godimento di uno degli eventi più belli vissuti dagli esseri umani: la nascita.
Tutto questo ho scoperto avvicinando la  doula Virginia Mereu che da anni fornisce la sua opera così preziosa a Roma.
Non mi resta che dire grazie Virginia per questo mondo incantevole che mi hai fatto conoscere mentre ti esorto a  continuare così perché l’umanità ha sempre più bisogno di chi le fornisca dolcezza, sensibilità, pazienza e amore per il lavoro che fa.
Sempreché  vogliamo chiamare lavoro avere il privilegio di prendere fra le
mani un neonato!

Iris  Paciotti

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