Gravidanza – Gestazione

Gravidanza – Gestazione

La gravidanza  e per cui la gestazione di una donna sono un periodo molto intenso nella vita e solo da pochi anni viene inteso come tale.

Un tempo le donne venivano cresciute per essere delle nutrici,  nessuna importanza veniva data alla loro educazione, e tanto meno alla loro formazione scolastica o alla loro cultura, tanto dovevano solo occuparsi della maternità e dell’allattamento dei loro bambini.

Naturalmente l’allattamento era esclusivamente un allattamento al seno e si protraeva nel tempo, anzi negli anni.

Oggi le cose sono molto cambiate, per lo più la gestazione e la gravidanza sono una scelta da parte della donna anzi della coppia, non avviene più in età  giovanile  ma in età avanzata a volte quasi alle soglie della fertilità e la scelta dell’ allattamento materno o l’allattamento artificiale, o l’interruzione dell’allattamento stesso, viene pensato, ed oserei dire deciso, con grande anticipo.

Io tengo sempre a far presente alle neo mamme che la gravidanza ed il parto non sono una passeggiata a Villa Borghese, che la natura impegna per una gestazione  nove mesi, o se preferite 40 settimane  per dare alla futura mamma la consapevolezza e la capacità di entrare in questa nuova veste, ed alle volte neppure questo tempo è sufficiente per essere pronte.

Questo però non vuol dire che non si è adeguate, anzi io penso esattamente l’opposto, che la sensibilità della persona, la ricerca di una perfezione o quanto meno il voler essere migliori per sé ed il proprio neonato implica un periodo di incertezza, di destabilizzazione ma che se aiutato può essere molto importante e trasformarsi in un punto di forza per la mamma.

Racconta il tuo parto

Racconta il tuo parto

Proprio ieri parlando con una mamma che ho affiancato nel settembre del 2009, mi manifestava la sua esigenza di scrivere a proposito del suo parto immaginato in un certo modo e poi finito in tutt’altro modo, un cesareo d’urgenza con tutte le implicazioni psicologiche e fisiche che questo determina.Roman-300x200
Poichè non sempre le cose vanno come si vorrebbe, come si è sognato, e questo da origine a problematiche che vanno in qualche modo affrontate.
Allora anche poter fissare sulla carta ciò che è accaduto può essere di grande aiuto.
Aspetto per questo i vostri racconti belli ma anche le vostre esperienze sul parto che non sono andate come avreste voluto.
A presto dunque, questa è la vostra pagina.

Sto arrivando … vedrai … arriverò presto …

Sto arrivando … vedrai … arriverò presto …

Sto arrivando … vedrai … arriverò presto …

Paura, gioia immensa, smarrimento, emozione …  tantissima …

Tantissima emozione.

Lo desideravo tanto e al primo tentativo è andata bene?

Per la prima volta mi è successa una cosa in maniera naturale, semplice… senza drammi?

Possibile davvero?IMG_0201-224x300

Il mio desiderio si è esaudito ma adesso…

Oddio… il mio sangue… la mia eparina… può aver fatto male al bambino…

Le analisi cosa dicono?

Fino alla 6° settimana posso stare tranquilla: L’ematologo mi aveva detto di essere prudente il giorno dopo la prima ecografia …

Speravo in un’esperienza rilassante ed emozionante, invece sono uscita dal suo studio piangendo.

<< Si… qualcosa c’è signora … Il sacco amniotico ed un “micro” sacco vitellino… si vedono …

Ma mi dispiace dirglielo … potrebbe finire tutto così … in una bolla di sapone.

Non si faccia troppe illusioni. >>

Illusioni io?

Io che fino a non più tardi di 6 anni fa lottavo per sopravvivere … Ora sono incinta!

Quale bolla di sapone… io sono incinta… capite… io sono  i-n-c-i-n-t-a  !!!

Nonostante i miei problemi di salute.

La creatura dovrebbe nascere il 5 maggio… il giorno del compleanno di mia madre… e questo è un segno… forse che il destino mi ha tolto lei ma per donarmi un amore ancora più grande nella vita!

Ed io lo so … andrà tutto bene!

Sono stati mesi in cui mi sono presa molta cura di me stessa…

Mio marito viveva a 600 km di distanza e lo vedevo poco: passavo giornate intere senza vedere nessuno.

Descrivere ora il mio stato d’animo è davvero difficile, vivevo in uno stato di grazia… ma con molte ansie.

Ero seguita da due medici contemporaneamente ed anche se facevo un controllo a settimana, io ero sicura… Lei era mia figlia e avrei vissuto con lei. L’avrei vista crescere.

Nulla avrebbe potuto impedirmelo.

Dopo il quarto mese ho salutato uno dei due medici… e mi sono affidata al ginecologo più pratico, conciso, incisivo e realista che potessi trovare.

E così per 3 mesi, andavo alle lezioni di nuoto per gestanti due volte alla settimana.

Facevo una vita tranquilla: non troppo tempo in macchina, non troppe ore fuori casa, non troppo tempo in piedi !

Insomma stavo bene.

Poi all’ecografia di controllo alla 30° settimana, i medici riscontrarono un livello di liquido amniotico piuttosto scarso.

<< … Riposo totale per un mese…. >> Ovviamente vivendo sola con due cani non era facile.

Dire di essere stata completamente a riposo… comunque non potrei.

E così… dopo 5 settimane ecco il ricovero “preventivo” e poi… il parto cesareo.

La mia bimba è piccolina… vederla portare in incubatrice è stato un misto di gioia e dolore.

Sapevo che non avrei potuto portarla subito in camera con me, ma non immaginavo che il suo peso non arrivasse nemmeno a 2 kg…

Come non immaginavo la terapia intensiva…

Mio marito l’ha vista, è tranquillo. Dice << è in incubatrice al caldo: l’aiutano con un po’ d’ossigeno …

Ma va tutto bene, i medici sono tranquilli >>.

Anche io lo vedo tranquillo… Ma già leggere l’opuscolo delle regole comportamentali da tenere nel reparto, assieme al fatto di avere una chiave per l’armadietto, mi fa capire che di tempo ne passeremo tanto lì dentro.

Finalmente arriva l’attimo in cui incontro la mia piccolina:

non sono riuscita nemmeno a darle un bacio appena nata, non conosce il tocco della mia mano…

Dolorante e ancora incapace di camminare, mi dirigo con la sedia a rotelle in quella stanza dove si può accedere solamente con grembiule e mascherina…..

Quando vidi la mia cucciola, volevo morire.

Le sue piccole costole si allargavano a dismisura ad ogni suo affannoso respiro, e soprattutto quel respiratore al naso !

<< Come ho potuto farle questo… >> è stata la prima cosa che ho pensato… come ho potuto non essere un nido accogliente per lei, un luogo sano… io sono la sua Mamma !!!

Io che sono stata 6 mesi attaccata ad un respiratore per poter sopravvivere, non posso accettare che mia figlia già dal suo primo respiro, debba patire la stessa cosa.

Mi ricordo che il pediatra cercava di rassicurarmi, mentre le lacrime e i singhiozzi prendevano il sopravvento.

Ricordo di avergli chiesto: ”sopravviverà vero ?“

Adesso, la vedo come la domanda più sciocca che potessi fare.

Bastava guardarsi intorno: cucciolini di poco più di 500gr che lottavano per la vita …

Dopo un paio di giorni mi sono sentita molto fortunata.

Certo le persone non aiutano, mi guardavano quasi con disgusto quando dicevo che la mia bimba era nata prematura e che troppo piccola, stava in TIN.

Le ostetriche molto distaccate, sembrava quasi ingiusto che io chiedessi assistenza, solamente perché non avevo la bimba in camera con me.

Qualcuno m’ha detto: ”con quelle tette piccole non ti verrà mai il latte”.

Io lo tiravo ogni 3 ore e ne usciva pochissimo:

Stremata dalla febbre, dagli antibiotici, dalla situazione, mi sentivo dire: ”tutto li ??”

Tutto questo è durato ben 14 giorni ma quei brutti momenti sono stati spazzati via da gioie continue.

Tornare a casa con uno scricciolino di 2 kg mi intimoriva un po’ …

Ma ad aspettarmi a casa c’era Lei.

Lei che per caso è entrata nella nostra vita, Lei che dopo una telefonata, ho subito sentito essere parte della famiglia. La sua voce così calma, il suo sorriso così materno, il rispetto verso ogni piccolo gesto nei confronti della mia cucciolina.

In un momento davvero difficile tra me e mio marito lei era li, a darmi quei consigli da mamma che ho desiderato per nove mesi, con quella comprensione e quella tranquillità che non ero più riuscita a trovare.

Per una settimana è stata la mia confidente, il mio punto fermo e so che per sempre sarà

… un’amica mia.

Valentina e la piccola Sveva.

Nel corso della mia esperienza ho conosciuto molte mamme e molti neonati a cui vorrei rivolgermi.

Nel corso della mia esperienza ho conosciuto molte mamme e molti neonati a cui vorrei rivolgermi.
Molte mi hanno contattato durante la gravidanza ed allora ho ascoltato i loro propositi: “ vorrei effettivamente rispettare i tempi del mio piccolo ”, o “vorrei dare un’impostazione al mio bambino, per non diventarne schiava”, o ancora “ credo che l’allattamento al seno a richiesta sia una cosa fantastica”, o al contrario, “non posso concepire che si possa spendere tanto tempo dietro un allattamento al seno, penso che darò da subito il latte artificiale”.
Io sono solita ascoltare, senza prendere posizioni, è la futura mamma che deve fare ciò che sente, nessun altro può intervenire in proposito senza provocare danni.
Naturalmente sono per un allattamento al seno e lo sostengo molto e devo dire che quasi tutte le mamme che affianco lo sostengono, ma ci sono anche delle eccezioni che vanno rispettate.
C’è anche da aggiungere un’altra cosa, ultimamente ho sostenuto diversi bimbi nati prematuri, alla 34° o 35° settimana, molti gemelli, di conseguenza con un basso peso e con giorni e a volte settimane di degenza.
La conseguenza di tutto ciò è che, la mamma, dopo una breve permanenza in ospedale esce senza il suo piccolo, con una sofferenza ed un ansia importanti, o in casi estremi portarne a casa uno solo poiché l’altro non ce l’ha fatta.
In ogni situazione c’è un atteggiamento diverso, un sostegno direi personalizzato, c’è il sostegno pratico da effettuare, ma anche l’aspetto emotivo da non sottovalutare.
Io stessa mi sono trovata davanti ad una scelta da fare: aiutare la mamma ad allattare al seno per farli stare il più possibile accanto e recuperare l’aspetto emotivo, rischiando però di far stancare molto il bimbo e non fargli prendere la giusta quantità di latte, o invece darglielo con il biberon per cercare di farglielo prendere tutto e aiutarlo nella crescita?
Poiché se con un neonato di gr 3.000, gr 3.500, possiamo aspettare se il latte tarda a scendere e possiamo dare tempo al tempo, con un esserino nato di 1.800 grammi, sceso a 1.600, portato fuori dall’ospedale con fatica a 1.900 gr, io non mi sento di suggerire ad una mamma, stressata e stremata, di togliersi il latte con il tiralatte e darlo al bimbo o ai suoi due bimbi, il tutto ogni due ore e mezzo.
Ogni cosa va calibrata a seconda delle situazioni, non dimenticando mai il bene di entrambi.
A volte tutto procede secondo i sogni, come previsto, altre invece i sogni vengono infranti da un parto prematuro ed allora la cosa migliore è affrontare le emergenze vivendo giorno per giorno le situazioni.

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